"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

scrivici a: campania@snami.org

----------------------------- accessi al sito negli ultimi 30 giorni ----------------------------

BACHECA

- sabato 20 e domenica 21 giugno il Comitato Centrale si riunisce a Tivoli

- venerdì 23 maggio 2014 è stata stipulata la Convenzione SNAMI Campania-Club Medici che, tra i vari servizi, offre una polizza assicurativa per la responsabilità civile professionale

------------------------------------ il quadro della settimana ------------------------------------

------------------------------------ il quadro della settimana ------------------------------------
------------------------ Edwin Austin Abbey 1852-1911 The Castle of Maidens 1893-1902 ------------------------

poesia

poesia
--------------------------------------------- clikka sul testo e vai a "Poesia" ---------------------------------------------

mercoledì 28 luglio 2010

Lettera al collega Francesco Montanino

          Carissimo Francesco Montanino,

     leggo con piacere i rilievi informalmente elaborati a più mani che mi trasmetti, apprezzo l'analisi, registro le proposte messe in cantiere:
  1. Coinvolgimento dei MMG nei programmi di screening ( ca mammella, utero, colon), attraverso una approccio di medicina di iniziativa: es. creazione nel database in possesso del medico di base di un dispositivo d’allerta quando il singolo cittadino entra nella fascia di età target del singolo programma di screening.
  2. Utilizzo delle AFT sulle 12 ore giornaliere allo scopo di intercettare ed eventualmente filtrare, sul territorio le urgenze attraverso il modello hub and spoke….o sulle 24 ore in concerto con la continuità assistenziale con la pregiudiziale della messa in rete.
  3. Ridefinizione della reportistica dei MMG allo scopo di evidenziare attraverso la creazione di un osservatorio eventuale criticità nei percorsi diagnostico terapeutici, tagliato sul modello culturale dell’EBM.
  4. Presa in carico dei pazienti portatori di patologie croniche da parte dei MMG governandone l’accesso ai servizi sanitari in concerto con altri operatori necessariamente in rete secondo un modello funzionale o dove possibile strutturale (es. UCCP) con verifica della perfomance.
  5. Partecipazione dei MMG nell’ambito di progettualità distrettuali, alla PUA con il compito di accogliere ed eventualmente ridefinire il bisogno espresso dal cittadino sia singolo che complesso, in concerto con le altre figure professionali del distretto.

          ... e preciso punto per punto:
  1. il secondo AIR, attualmente vigente, si è dilungato molto sugli screening e dopo sette anni possiamo dire che il fallimento è stato pressocché completo anche perché è ormai cosa certa che alla Regione della prevenzione non gliene frega niente. Per quanto poi riguarda la medicina di iniziativa il problema è il "quibus" altrimenti parliamo di aria fritta.
  2. io non parlo inglese e a volte trovo l'inglese un po' affine al "latinorum" con cui Don Abbondio tentò senza successo di prendere per i fondelli il buon Renzo. Comunque uso già il modello hub and spoke (ovviamente su piccola scala) nella mia medicina di gruppo con annessi ambulatori dedicati. Mi sembra comunque che su questo argomento possiamo assumere il nostro progetto ME.di.CO., elaborato a livello nazionale dal mio amico Paquale Orlando, che sicuramente ci offrirà generosamente il suo contributo "tecnico" su questo argomento anche a livello regionale, del quale stiamo in questo periodo, con la collaborazione delle province, quantificando i costi.
  3. d'accordo su questo punto anche se gli osservatorii fanno spesso la fine del vascello fantasma. Sono convinto, però, che un po' di EBM ci farebbe bene quale antidoto a budget del cavolo e a funzionari-capibastone ottusi ed ignoranti. Sull'EBM desidero fortemente che siano coinvolte nel discorso le Società Scientifiche.
  4. confesso che le UCCP non sono in cima ai miei pensieri anche perché negli ultimi 18 anni ho visto nell'ordine: budget (1993-95), minibudget (1995-2000), equipes territoriali (2000), UTAP e case della salute (2003-2008): da un po' di tempo a questa parte è la volta delle UCCP e ho motivo di pensare che, almeno in Campania e almeno nella tipologia "strutturale", finiranno nel cesso al pari delle varie minchiate che le hanno precedute. Sono pronto ad accettare su questo tema piccole scommesse. Per quanto riguarda il concerto con gli altri operatori spero che, qualora implementato, non ci porti a prendercelo ulteriormente in quel posto da parte di infermieri, assistenti sociali, impiegati, guardaporte e gentiluomini vari perché è esattamente quello che sta succedendo, per esempio, con l'ADI dove non posso servirmi della mia infermiera ma devo subire qualche "scorticaciucci" lavativo, impostomi dal Distretto, che magari si presenta quando cacchio vuole e se vuole.
  5. perfettamente d'accordo sul punto anche se ritengo che le progettualità vadano tarate su base aziendale e non distrettuale con due obiettivi: a) favorire le aggregazioni virtuose (medicine di gruppo e in rete) b) favorire la stretta collaborazione tra medici di famiglia e specialisti non consegnando i nostri pazienti agli specialisti in un viaggio a senso unico che li allontana da noi ma portando gli specialisti ambulatoriali - che spesso passano il loro tempo, anche grazie alla politica della moltiplicazione dei pani, dei pesci e, ovviamente, delle ore, fatta negli scorsi anni mentre si tagliava contemporaneamente la medicina generale, a guardarsi l'ombelico - nei nostri studi con l'avvio di ambulatori dedicati (BPCO, diabete, ipertensione, cardiopatie ecc) capaci di farci affrontare i problemi e le patologie croniche dei pazienti in casa nostra evitando di mandarli in casa d'altri e permettendoci di incrementare un patrimonio strumentale (elettrocardiografo, spirometro, doppler, ecografo, ecocardiografo ecc,) che, in fondo, è la vera ricchezza dei nostri ambulatori.
     In conclusione possiamo dire che le proposte sindacali, tenendo bene a mente un proverbio indiano che recita "è meglio fare male il proprio mestiere piuttosto che bene quello altrui", vanno articolate - non camuffandoci, più o meno grottescamente, da assistenti sociali, da paramedici, da programmatori elettronici, da intrattenitori dei frequentatori dei nostri ambulatori e chi più ne ha più ne metta - ma promuovendo una sistematica qualificazione nostra e dei nostri studi capace di migliorarci (cosa già avvenuta negli ultimi 25 anni che ci hanno visto passare dagli ambulatori nel sottoscala a studi come il mio e da ultima ruota del carro a ruota senza la quale il carro resta a casa): tale promozione ha però dei costi, sia in termini di tempo che di denaro e prevede sicuramente, un impegno serio, cioé capace di guardare al di là della punta del proprio naso, del Sindacato, il cui ruolo-guida è incontestabile, in collaborazione con le Società scientifiche e con le forme associative semplici e complesse.
     Offro questi miei spunti di riflessione ai quadri dirigenti regionali del mio sindacato, ai responsabili degli altri sindacati, delle Società scientifiche e delle forme associative mediche.
     Ringraziando per la pazienza te e gli amici che ci leggono
          saluto tutti affettuosamente
              Giorgio Massara